domenica 30 marzo 2008

Una pedalata

Era la sera della vigilia dell'ultimo giorno di scuola prima della pausa pasquale del 1994.
Non so perchè ma quella sera non riuscivo a prendere sonno,ero stranamente carico per uno che si sveglia tutte le mattine alle quattro e un quarto per prendere il treno alle cinque che lo porta verso milano.
Per scaricarmi un po' decido di fare un giretto in bicicletta sotto quella bella luna piena che stava per far capolino da dietro le montagne,magari un po' di movimento e l'aria fresca avrebbero concilliato il sonno.
Nulla di tutto questo, dopo un quarto d'ora che giravo a zonzo per la città mi è venuta una balzana idea.
Torno a casa,prendo lo zaino di scuola ci caccio dentro due panini alla marmellata con una bottiglia d'acqua e decido di partire alla volta del "Bauer" a Milano.
Partenza da Domodossola alle undici della sera in sella alla mia Bianchi 5 rapporti da passeggio di colore azzurro, l'illuminazione garantita dalla dinamo (ma per precauzione nello zaino ho messo anche una pila oltre che il k-way e il walkman)e tanta voglia di pedalare.
Il piano di Villa è stato il posto dove c'era più movimento e un leggero alito d'aria contraria alla mia direzione naturlamente.
Passata Villadossola raramente ho incontrato macchine anche perchè quando sono arrivato a Nibbio era prossima la mezzanotte.
Difficile spiegare quello che stessi provando in quel momento, i pensieri si susseguivano nella mia mente senza una logica apparente: pensavo a quello che mi era capitato durante la giornata, ai miei sentimenti verso quella compagna dai capelli rossi, o verso quella che qualche giorno prima si era sentita male e portata all'ospedale.
Pedalavo sotto la luna e i pensieri correvano liberi come libero mi sentivo io in quel momento.
Mi ricordo bene l'emozione che ho provato quando sono arrivato a Baveno e all'improvviso mi sono trovato davanti il lago maggiore illuminato a giorno dalla luna che splendeva alta nel cielo.
Era emozionante pedalare così in solitudine con uno spettacolo del genere e con la leggera brezzolina che ora mi sospingeva in direzione della scuola, un esperienza mistica, ma talmente mistica che nei pressi della stazione di Arona mi apparvero la Madonna e l'Arcangelo Gabriele che mi indicarono la stella cometa posta proprio sopra la stazione ove mi sarei dovuto fermare secondo il progetto divino.
Ma io non ne volevo sapere di fermare qull'emozione di libertà per un altrui progetto indi per cui, passando davanti al piazzale della stazione di Arona mi arrivò un crampo di quelli pazzeschi che mi colpì il polpaccio e il gluteo contemporaneamente e capii che per il momento l'avventura era finita.
Legai la bici al palo di un cartello stradale davanti alla porta della stazione e zoppicando guadagnai una panchina. Estrassi dallo zaino un panino alla marmellata e me lo mangiai nella speranza di riprendere le forze per continuare, mi sdraiai sulla panchina e mi misi ad ascoltare la cassetta che il mio baffuto insegnante mi diede qualche giorno addietro per iniziarmi alla via del blues.
Cullato al suono dell'armonica del mio insigne Prof mi addormentai secco e mi risvegliai solo quando un paio d'ore dopo la stazione iniziò ad animarsi dei primi pendolari e dal rumore della serranda dell'edicolante che stava aprendo.
Erano quasi la cinque e la mia mezzoretta di riposo erano diventate quattro.
Inutile dire che rinunciai del tutto all'impresa, ormai era troppo tardi per rimettersi in sella e sperare di arrivare a Milano ad un orario decente e senza divenire vittima del traffico.
Aspettai la mia amica Claudia che abitava li vicino ad Arona e che ci incontravamo tutte le mattine sul treno.
Non vi dico la faccia che ha fatto quando mi ha visto sulla panchina della stazione, al posto degli occhi aveva due punti interrogativi!
Arrivai a scuola come tutte le mattine, linea verde fino a Centrale, Gialla fino a Crocetta e poi quella mattina presi il quattro verso via Pace insieme al "Mistico" un mio compagno di scuola. Di solito i duecento metri da Crocetta a via Pace li facevo a piedi e quando trovavo alla fermata anche il Mistico o Manuel (ma quest'ultimo era più coriaceo da convincere in quanto di una pigrizia assurda)li costringevo a seguirmi, ma quella mattina avevo le gambe un tantinello irrigidite per poter camminare tanto a lungo senza che mi cogliesse il terrore di riavere un crampo fulminante come quello di qualche ora prima.
Arrivati a scuola tra le prime persone che ho incontrato è stato proprio il grande Prof del Blues che mi chiese "va tutto bene? hai una faccia..." le raccontai per sommi capi la mia impresa.
Passarono cinque o sei anni da quella mattina quando una sera con Daniel decidemmo di andare a vedere il mio Prof che suonava in un locale nelle vicinanze di Orta.
Prima del concerto andammo a salutare e la prima cosa che fece fu a raccontare a Daniel proprio l'aneddoto della mia pedalatina.
Da allora ho associato il Prof a questa storia ed ho deciso di scriverla ascoltandolo alla radio (un paio di settimane fa gli ho anche mandato un sms in trasmissione accennando a questa storia, si perchè il Prof è un accanito ciclista e stava proprio dicendo quanto fosse blues l'usare la bici al posto della macchina).
Anche se non era propriamente mio insegnante, lui veniva a fare suplenza nella mia classe quando c'era qualche ora buca, ma mi ha insegnato davvero parecchio come ad esempio ad amare il blues che già prima aprezzavo molto. Ma oltre che musicalmente ci ha dato molto anche umanamente, sempre disponibile per un aiuto o per un consiglio e la sua famosa massima: "il buon vecchio bluesottone che toglie anche il magone".
Grazie di cuore Puma!

Canzone del giorno: Moonlight shadow (M. Oldfield)

giovedì 20 marzo 2008

Le pretese di Priamo capitolo secondo

Essando che non può regnare in santa pace come vorrebbe il principele Emanuele Filiberto tenta di candidarsi alle elezioni, ha capito anche lui che non serve a esser nobili per avere privilegi in questa italia...
E per far ciò il ram-pollo di casa Savoia decide di candidarsi nei seggi europei per gli italiani all'estero, essendo che, secondo lui, avendo vissuto in esilio tutto quel tempo possa capire i bisogni degli emigranti.
Così decide di incominciare il suoi tour elettorale dalla terra in cui crebbe, la Svizzera.
Decide di incontrare i lavoratori italiani e dove meglio di una officina della Ferrovie Federali in sciopero, dove la presenza di lavoratori italiani è massiccia?
Ecco a voi il risoltato della sua graditissima visita:

BELLINZONA - E' stata brevissima la visita del presidente Valori e Futuro Principe Emanuele Filiberto di Savoia alle Officine FFS in solidarietà con le maestranze in sciopero dal 7 marzo. Alla sua entrata, verso le ore 15, il direttore Keller ha avvisato il candidato alla Camera dei Deputati italiana che la sua visita non era gradita. Attorno a lui molti presenti hanno manifestato il proprio disappunto con bordate di fischi. Al grido di "fascista, fascista" il principe ha così dovuto lasciare in fretta e furia le officine.

Fonte: "il ticino online"


Canzone del giorno:"Ho visto un re" (E. Jannacci)

lunedì 17 marzo 2008

Due pensieri sul lavro

Qualche settimana fa sono entrato in una delle tante agenzie interanali (l'errore è voluto N.d.A.) a cui sono iscritto col pretesto di modificare il mio curriculum e subito mi propongono un part time presso un negozio di abbigliamento. Io ero abbastanza scettico, tutte quelle ore in piedi per me non sono per nulla un toccasana.
Mi lascio convincere, abbastanza facilmente invero, in quanto ho un bisogno assoluto di lavorare pur avendo tanti dubbi.
Morale della favola, ogni mio dubbio era fondato, non solo questo lavoro mi ha dato, dopo solo due giorni, problemi al ginocchio malato (e questo è comprensbile) ma sento pungere anche quello sano ed è un brutto segno.
Bruttissimo segno, anzi pessimo.
Ma possibilie che, con l'iscrizione alle categorie protette, non si possa trovare un lavoro idoneo alle esigenze fisiche (che al contrario di quello che pensa qualcuno non sono capricci di lavoratori che non hanno voglia di fare nulla),credevo che tali liste servissero proprio per questo!
Pensiero numero due:
Quando facevo l'Operatore Socio Sanitario, con 5 notti al mese arrivavo a prendere 950-1000 euro al mese. In un negozio, a pari livello, se ne prendono 1200.
Se mentre stai esponendo una maglietta e questa ti cade la raccogli e finisce tutto.
Se mentre stai mettendo a letto un anziano e questo ti cade, a prescindere da tutte le beghe lagali a cui puoi andare incontro, dovrai vivere con la consapevolezza di aver fatto male ad una persona, magari di avergli procurato un danno irreparabile (la frattura di femore è una della maggiori cause di morte tra gli anziani).
Non mi sembra molto chiedere che gli stipendi degli OSS vengano, se non altro, equiparati ad altri impieghi che comportino responsabilità minori. Spero solo che questo post non venga letto da qualche legislatore che decida di equiparare davvero gli stipendi...abbassando quelli dei commessi.
OSS di tutto il mondo unitevi!

Canzone del giorno: Working class heroe (J. Lennon)